MARIA LUISA ALESSI nata a Falicetto di Verzuolo (CN) l’ 11 maggio 1911
Ricostruita dall’A.N.P.I. di Verzuolo per gli studenti delle scuole di Verzuolo in quanto nata a Falicetto e morta per un ideale di libertà e democrazia.

- Vita prima dell’arresto
Maria Luisa Alessi, nata a Falicetto, era un’ impiegata che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 iniziò a partecipare attivamente alla Resistenza come partigiana attiva in Valle Varaita nella brigata Garibaldi Morbiducci: inizialmente come staffetta della 181^, successivamente partecipò a numerose e pericolose missioni.
Era militante dal 1935 nel Partito Comunista clandestino.
Nella Resistenza cuneese la conoscevano come Marialuisa.
Il suo nome completo lo si apprese soltanto il 26 novembre del 1944 dopo la sua fucilazione.
Maria Luisa Alessi venne arrestata nei primi giorni di novembre 1944 nel Duomo di Saluzzo. In quel momento si trovava nel luogo sacro per aspettare un partigiano che doveva entrare dalla porticina di Piazza Garibaldi.
A tradirla probabilmente fu una donna che voleva vendicarsi con i partigiani per averle ucciso il figlio, come la Alessi scrisse su un bigliettino fatto recapitare al partigiano Walter Botto, Sarel, il 17 novembre.
- L’arresto

Fu arrestata l’8 novembre del 1944 dai militi della 5˄ Brigata Nera Lidonnici.
Fu portata dapprima nelle scuole di Cuneo, dove venivano trattenuti e torturati i prigionieri politici, e poi nei sotterranei di un palazzo in Corso IV Novembre, sede dell’UPP (ufficio per il processo).
A Cuneo il 24 novembre 1944, venne ucciso dai partigiani il maggiore fascista Leone Bernabè della Divisione Littorio. Reparti di tale divisione condussero, pertanto, un massiccio rastrellamento dei territori della pianura agricola compresi fra Cuneo e Caraglio nella notte fra il 26 e il 27 novembre 1944, sorprendendo molti giovani che furono uccisi e altri catturati.
Vennero scelti cinque detenuti politici: Attilio Tramontano, Rocco Repice, Ettore Garelli, Pietro Fantoni e Maria Luisa Alessi.
- La morte
Per vendicarsi dell’accaduto i militi della RSI decisero anche di scegliere cinque detenuti politici da giustiziare sulla pubblica piazza, come esempio per tutta la popolazione.
Secondo una testimonianza dell’epoca, tratta dai documenti degli interrogatori per i processi dei fascisti collaborazionisti, negli interrogatori dei processi Maria Luisa Alessi si dimostrò serena e fiera. Prima di recarsi sul posto dell’esecuzione si levò la pelliccia per regalarla a due sorelle detenute. Donò inoltre anche 1000 lire, l’unica somma in denaro che possedeva.
Verso mezzogiorno del 26 novembre 1944, nel piazzale della stazione ferroviaria di Cuneo, si svolse l’esecuzione dei cinque partigiani. Tutti i treni furono fermati e la gente fu costretta ad assistere all’esecuzione, ma al momento dello sparo nessun milite ebbe il coraggio di colpirla. Maria Luisa Alessi, unica tra i condannati a non aver voluto essere bendata, si girò e urlò “Ragazzi, mirate meglio!” e in seguito fu colpita a morte.
Furono moltissime le donne e gli uomini che donarono le proprie vite in nome della libertà. La storia di Maria Luisa Alessi è solo una tra quelle che potrebbero raccontare le nostre valli e le nostre terre.
- La lettera
Nella sua ultima lettera alla famiglia, scrisse: “…mi trovo a Cuneo nelle scuole, sto bene e sono tranquilla. Prego solo non fare tante chiacchiere sul mio conto e di allontanare da voi certe donne alle quali io devo la carcerazione. Solo questa sicurezza mi può fare contenta, e sopra tutto rassegnata alla mia sorte. Anche voi non preoccupatevi, io so essere forte. Tante affettuosità”.
Questa lettera è stata inserita nel libro “Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana” Torino –Einaudi, 1955, pag. 9
Il 26 maggio 1997 il comune di Verzuolo delibera (verbale di deliberazione della giunta comunale n. 180) di intitolare la piazza della frazione Falicetto di Verzuolo a Maria Luisa Alessi.